Il Giardino di Esculapio nella Città Eterna: Alcune memorie di medicina da oggetti antichi – Didascalie Vetrina 14
Date:
26 Febbraio 2025
DIDASCALIE VETRINA N.14
- Albarelli, o alberelli, il loro nome pare derivi dal fatto che le spezie, nel primo medioevo, venivano confezionate in pezzi di canna di bambù (a rocchetto), assumendo quindi la forma di un alberello in miniatura. L’albarello è il più antico vaso farmaceutico: appare agli inizi del XV secolo per contenere sostanze viscose e dense: unguentari, elettuari, conserve, grassi, ricordiamo l’unguento napoletano utilizzato nella cura della sifilide (dieci parti di mercurio e dieci parti di grasso). Con l’affermarsi dell’arte della ceramica le etichette, dipinte a mano in rozze lettere nere, vengono trascritte direttamente dal vasaio, per lo più in latino; molte sono infiorate d’ errori, dovuti in parte al farmacista poco colto che le dettava e in parte al decoratore incompetente che le dipingeva. Le lettere sono gotiche o capitali oppure romane. L’interpretazione di queste talora è assai difficile perché ricche di abbreviazioni, con segni contratti o sovrapposti o inclusi uno nell’altro. Molte iscrizioni recano, inoltre, simboli alchemici, stemmi nobiliari o d’ordini religiosi e ancora cifre e attributi di marchi di fabbrica che ne indicano l’appartenenza e la provenienza
- Anfora in ceramica dipinta per acqua medica, in genere purgativa di fine XIX sec
- Mortai in bronzo con pestello di svariata grandezza: dal sec. XVIII (mortaio con quattro alette), al sec. XX (mortaio piccolo senza presa)
- Pesi in bronzo per bilancia
- Versatoio in ceramica dipinta, proveniente da un cenobio francescano. Manifattura Callegari (Pesaro), XVIII sec
Biblioteca Medica Statale di Roma